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Percorso di cura

L’iter ideale per la cura della spasticità post-ictus è codificato dai percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (PDTA), che prevedono una serie di interventi clinici multidisciplinari:

  • prestazioni mirate e tra loro connesse (diagnosi, trattamento, controllo e riabilitazione);
  • assistenza continuativa nell’iter diagnostico-terapeutico, che può articolarsi e svolgersi anche in contesti e luoghi di cura differenti (dall’ospedale al territorio).

Il percorso ideale può essere sintetizzato dalla seguente infografica:

Percorso di cura
  • referral e diagnosi
    • Nella situazione ideale, raccomandata dalle Linee Guida sull’ictus, il paziente al momento dell’insorgenza della patologia viene ricoverato in una Stroke Unit (Centro Ictus) e, successivamente, indirizzato, se necessario per l’entità degli esiti, ad una riabilitazione neurologica ove un team multidisciplinare definisce il PDTA riabilitativo. Se esiste un buon coordinamento tra Ospedale e Assistenza Territoriale, il paziente viene poi seguito dagli specialisti in patologia neurovascolare e in neuroriabilitazione con un'ottimale continuità terapeutica.
    • Se il paziente, invece, non ha l’opportunità di rimanere in contatto con l’ospedale per i successivi controlli specialistici (follow-up), si rivolge abitualmente al proprio Medico di Medicina Generale (MMG) che può indirizzarlo ad una struttura riabilitativa/ambulatorio per la cura della spasticità, se ne è a conoscenza e se individua il problema. In alternativa, il paziente può rivolgersi in autonomia a strutture riabilitative dotate di ambulatori di neuroriabilitazione.

    L’inopportuno abbandono del percorso riabilitativo può dipendere da diversi fattori: mancanza di supporto da parte del MMG e/o del caregiver, indisponibilità di strutture assistenziali adeguate in zona, carenza di posti liberi in strutture convenzionate, se presenti, scarse disponibilità economiche per accesso a strutture private, impossibilità ad effettuare spostamenti per raggiungere reparti o ambulatori idonei non in prossimità.

  • trattamento

    Al momento della dimissione dall’ospedale di riabilitazione neurologica, viene abitualmente organizzato un colloquio formale che coinvolge il team riabilitativo, l’assistente sociale, il paziente e il caregiver. Il colloquio ha l’obiettivo di illustrare il PDTA, di definire le modalità di follow-up neurologico e riabilitativo, di prescrivere le opportune terapie farmacologiche e di dare informazioni sullo stile di vita da adottare. Viene rilasciata una relazione clinica con tutte le indicazioni e le prescrizioni necessarie per consentire al malato ed al caregiver di iniziare il follow-up ambulatoriale.

    In caso di evidenza di spasticità focalizzata, la neuro-riabilitazione può giovarsi del trattamento con Tossina Botulinica, che deve essere gestito da uno specifico ambulatorio per il trattamento della spasticità.

  • follow-up

    Il progetto terapeutico deve essere personalizzato sul singolo paziente. Il rispetto delle tempistiche è molto importante per offrire una terapia corretta ed efficace.

Il team multidisciplinare

I pazienti con spasticità post-ictus necessitano dell’assistenza coordinata di un team specialistico multidisciplinare che può comprendere (ma non è limitato a):

  • medico di medicina generale
  • specialisti quali fisiatra, neurologo, psichiatra, urologo
  • professionisti sanitari della riabilitazione
    (fisioterapista, terapista occupazionale, logopedista,
    terapista della neuro-psicomotricità
    dell’età evolutiva –TNPEE)
  • nutrizionista
  • neuropsicologo e psicologo
  • assistente sociale

Il coordinamento tra i componenti del team multidisciplinare è un fattore determinante del successo terapeutico nella gestione della malattia. In tal senso, deve essere individuata la figura di un coordinatore assistenziale (case-manager), cui ogni componente del team fa riferimento, che deve possedere le necessarie competenze specifiche cliniche e gestionali per poter operare in modo proattivo ed affrontare positivamente i complessi problemi della fase post-acuta dell’ictus. Il case-manager accoglie i bisogni e le aspettative della persona e dei suoi famigliari e identifica le possibilità di intervento che permettono il raggiungimento e la soddisfazione di tali bisogni.