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Le conseguenze della spasticità post-ictus gravano sulla gestione delle attività quotidiane in modo diverso a seconda delle parti del corpo interessate e dell'entità della spasticità.
Le persone affette da spasticità possono quindi necessitare di aiuto in attività della vita quotidiana che prima erano in grado di svolgere in modo naturale e indipendente, come l'igiene personale, la preparazione di un pasto, mangiare, vestirsi.
Per affrontare al meglio le sfide che si presentano ogni giorno, il ruolo di familiari e caregiver è perciò di fondamentale importanza.
Le persone con spasticità possono utilmente servirsi di ausili in grado di offrire loro maggiore indipendenza e autonomia. Questi sono stati progettati per essere utilizzati con una sola mano e per consentire attività che altrimenti sarebbero possibili solo con l’impiego di due mani.
Chi è stato colpito da ictus spesso impiega più tempo ad addormentarsi e ha un sonno meno riposante. I disturbi del sonno sono dovuti a una serie di fattori come dolore, disagio fisico e livelli ridotti di attività fisica durante la giornata.
È quindi di fondamentale importanza favorire il sonno notturno che se riposante facilita il recupero delle abilità dell’individuo. Il paziente dovrà perciò:
Il caregiver dovrà:
Dopo la dimissione dall'ospedale o dal centro di riabilitazione, o dopo aver concluso le sedute di fisioterapia ambulatoriali, è importante per il paziente mantenere la mobilità e favorire ulteriori miglioramenti, senza stimolare l'ipertono.
L'attività fisica ha lo scopo di mantenere l'allungamento dei muscoli degli arti e prevenire la comparsa di crampi, favoriti dai movimenti bruschi e improvvisi. Gli esercizi devono essere fatti lentamente, mantenendo una respirazione regolare ed evitando sforzi eccessivi.
Gli esercizi saranno concordati e prescritti con la supervisione del fisioterapista per permetterne la corretta esecuzione e apportare gli accorgimenti necessari a mantenere il paziente in sicurezza.
La ripresa dell’attività lavorativa rappresenta uno degli obiettivi del recupero e della riabilitazione ed è di primaria importanza per migliorare la qualità della vita e l’integrazione sociale del paziente. Sarà l’esito di questi percorsi a determinare se la situazione professionale dopo l’ictus dovrà essere riorganizzata, per esempio riducendo la mole di lavoro, modificando la postazione o attraverso una riqualificazione professionale.
L’assistenza del paziente colpito da spasticità post-ictus è un impegno gravoso che può, però, nello stesso tempo essere fonte di grande soddisfazione. Prima di assumere questo compito è importante domandarsi se ci si sente all’altezza della situazione, prendere in considerazione la capacità di sostenere sforzi fisici e psichici prolungati e di gestire i cambiamenti duraturi dello stile di vita familiare.
Anche i familiari e i caregiver non professionali devono essere supportati, incoraggiati e, talvolta, istruiti a svolgere uno o più obiettivi riabilitativi con interventi mirati di tipo educazionale o psicoterapico. A loro volta, per sostenere il loro compito è fondamentale che:
È necessario comunque fare riferimento a figure professionali competenti e può essere di grande utilità associarsi a organizzazioni di volontariato rivolte ai pazienti affetti da esiti di ictus per ricevere consigli, assistenza, ed affrontare i complessi iter burocratici per richiedere i servizi messi a disposizione dalle istituzioni.